Naga Zefiro / Nagini Zefiro
I naga meridionali raccontano comunemente una curiosa storia che narra di Zefra, lo Spirito del Vento, e del chakram etereo:
C’era una volta, tanto tempo fa, un lanciatore di chakram che possedeva abilità leggendarie. Si diceva che potesse fendere anche i mari con una raffica di lame, che potesse abbattere cento nemici prima che uno solo riuscisse a sfiorarlo, e a deviare mille frecce senza essere colpito. Rispondeva al nome di Xylrix, la tempesta, ed era un guerriero la cui arroganza era grande tanto quanto il suo talento. Era sempre più che disposto a vantarsi delle sue abilità con chiunque lo guardasse. Poi, un giorno, mentre si pavoneggiava davanti ad un gruppo di giovani nagini, scelse come suo bersaglio un albero sacro ad Allnai.
"Guardate", urlò, e spaccò l’albero in due.
In quell’istante, fu circondato da un forte vento e la voce dello Spirito del Vento gli riecheggiò nelle orecchie: "Ti ritieni potente per aver ucciso la mia sfortunata prole? Anche se possiedi del talento, nessun mortale dovrebbe farsi beffe delle divinità che li guidano."
Lui ribatté: ’Vieni, spirito. Non sono spaventato. Nessuna arma, acciaio, acqua o vento resisterà ai miei anelli."
I
l vento vorticava sempre più veloce, un torrente di forza di burrasca che si muoveva a spirale in una vorticosa danza di furia. Si sentì sollevato da terra, roteando a una velocità tremenda, reso completamente inerme in balia dell’ira di Zefra. Con la faccia rivolta verso l’alto per il terrore, lasciò andare le lame e improvvisamente lo vide nel vortice tempestoso: il movimento vorticoso dei cerchi chakram, modellato dal vento stesso.
Così come era apparsa, la tempesta scomparve improvvisamente, lasciando Xylrix a contemplare le sue armi spezzate. Quando finalmente tornò a casa, molti giorni dopo, annunciò il suo nuovo nome: Zefiro, un guerriero servitore del Vento sul quale volano le sue lame.
Sebbene gli antichi racconti spingano i guerrieri elitari seguaci di questa disciplina a concentrarsi sul lancio delle lame, questo non significa che siano deboli nel corpo a corpo, poiché il chakram sbilanciato può essere migliorato con punte e lame più piccole.